Asi, il depuratore c’è ma non funziona

di Redazione

ASICASERTA. Un plauso ai magistrati e ai carabinieri del Noe, ma anche l’occasione per rinnovare la denuncia di inefficienze antiche, inspiegabili. A parlare è Coorado Cipullo, presidente del consorzio Asi di Caserta. «I reati ambientali – dice – sono senza ombra di dubbio quelli più odiosi, dal momento che attentano alla salute di milioni di persone con un cinismo che non ha eguali.

È davvero inquietante la quantità e la gravità degli episodi che si stanno verificando nel nostro Paese e che stanno venendo alla luce grazie all’impegno della magistratura. Ma il mio apprezzamento al loro operato, in questo caso, ha anche un’altra motivazione: il fatto che nell’area Asi di Marcianise esista, da oltre 12 anni, un impianto di trattamento dei fanghi industriali che non è mai andato in funzione. Coorado CipulloLa gravità del fatto sta nelle proporzioni del fenomeno: nella sola Campania vengono prodotti ogni anno 4 milioni e ottocentomila tonnellate di rifiuti speciali. A fronte di ciò, oggi, esistono solo due impianti di smaltimento: uno nell’area acerrana e l’altro in quella casertana. E nessuno dei due, allo stato, è funzionante». «La storia di quello casertano è piuttosto complessa. La struttura – spiega il presidente Cipullo – di proprietà della Regione Campania, venne realizzata, a metà degli anni 90, nell’area del depuratore di Marcianise. L’Asi, all’epoca, su incarico della Regione, funse da stazione appaltante. L’opera fu terminata e collaudata nel 1995. Alla fine degli anni 90, perdurando la sua inattività, il comitato direttivo dell’Asi, allora in carica, costituì un consorzio chiedendo alla Regione Campania l’affidamento dell’impianto. La Regione si oppose avocando a sé la scelta del gestore. Da allora non se n’è fatto più nulla e l’impianto è rimasto inattivo». E ora? «L’operazione Chernobyl – aggiunge Cipullo – ha riportato drammaticamente al centro dell’attenzione generale il problema del trattamento dei rifiuti industriali. In provincia di Caserta, abbiamo una struttura che con un minimo di intervento può essere resa immediatamente operativa. L’Asi Caserta tornerà a chiedere con insistenza alla Regione Campania di farsi carico con immediatezza di questo problema, candidandosi eventualmente anche ad assumerne la gestione». Quindi, il consorzio, rivendica un ruolo sul piano ambientale. «Credo sia inevitabile per una gestione corretta delle Aree industriali, a condizione, ovviamente, che ci vengano forniti gli strumenti necessari e che oggi non abbiamo. Sappiamo tutti che le aree Asi sono per definizione quelle più esposte ad abusi ambientali. La mancanza di un adeguato sistema di controlli incoraggia fenomeni di sversamento abusivo di rifiuti di ogni genere. Su questo stiamo facendo da tempo una battaglia e siamo anche in attesa di vederci assegnati i finanziamenti necessari alla realizzazione di un moderno progetto di telecontrollo già presentato alla Regione Campania».

Il Mattino (ENZO MULIERI)

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