A Don Luigi Merola il premio “Arycanda Impegno Civile”

di Redazione

Don Luigi Merola con il Prefetto Stasi e il Questore CasabonaCASERTA. San Leucio ha ospitato nella serata giovedì un incontro sulla legalità che ha visto protagonista don Luigi Merola, il “parroco di frontiera”, così viene definito dai media, perché ha sottratto dal quartiere Forcella di Napoli manodopera alla camorra.

Un’azione che ha permesso di orientare giovani nella corretta società civile strappandoli alla cultura del vicolo predisposta alla prepotenza, alla sopraffazione ed alla delinquenza. La manifestazione, voluta dall’associazione napoletana “Arycanda”, con l’appoggio del Rotary Club Napoli Nord, ha visto la partecipazione di oltre seicento persone rotariani ed esponenti del mondo della cultura napoletana. A fare gli onori di casa il prefetto Maria Elena Stasi, il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti, il questore Carmelo Casabona. Il premio “Arycanda Impegno Civile” è giunto alla sua IV edizione e quest’anno si è avvalso di una giuria di eccezione composta da Carlo Alemi, Lilly Albano, Antonio Ascione, Biagio Daniele, Antonio Di Rienzo, Arturo Frojo, Vincenzo Galgano, Donatella Gallone, Giovandomenico Lepore, Arcibaldo Miller, Ugo Ricciardi. È stato Don Luigi Merola riceve il premio dalle autoritàassegnato al giovane parroco con la motivazione: “Figura simbolo della voglia di riscatto, mente e braccia di un lavoro di recupero e contrasto ai clan che lo ha esposto in prima persona nella lotta alla criminalità, al degrado figlio dell’ignoranza”. “Abbiamo scelto San Leucio – ha dichiarato il presidente di Arycanda Arturo Frojo – per un legame che lega la nostra associazione con la seconda Università di Napoli ed in particolare con la società studi politici di Alta Formazione Jean Monnet, che opera nello stesso sito borbonico. Già nel 2001 organizzammo in questa sede Premio Nazionale Arycanda per la Cultura. Una opportunità che abbiamo colto, in considerazione del fatto che con il forte allargamento dell’area metropolitana fa si che sempre più Caserta condivide con Napoli gli stessi problemi e le stesse vicissitudini”. A don Luigi Merola, che non senza emozione è salito sul palco, i magistrati hanno voluto dare con questo attestato un segno tangibile di sostegno al suo cammino intrapreso sul territorio volto alla prevenzione. “L’arresto di un ragazzo non rappresenta la fine del lavoro, prevenire significa invece evitare la degenerazione della sua vita. – ha detto il sacerdote – Nel quartiere continuerò a lavorare perché non sia un città nella città, ma perché diventi punto di partenza per tanti ragazzi, luogo di aggregazione: porterò nel cuore i ricordi di un’esperienza tanto difficile quanto speciale”.

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Don Luigi Merola

digilander.libero.it/mauronemesio

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