Muore folgorato da una scossa elettrica

di Antonio Taglialatela

Nicola Di RonzaCARINARO. Una violenta scossa elettrica o un malore improvviso. Sono le ipotesi su cui gli inquirenti stanno indagando, ma sta di fatto che Nicola Di Ronza, 64 anni, pensionato di Carinaro, ieri mattina è deceduto nel cantiere del suo fabbricato in via Trieste, a pochi metri dalla parrocchia di Sant’Eufemia.

Erano le 10.30 quando Di Ronza, per cause, come dicevamo, ancora da accertare, è crollato al suolo senza vita. In quel momento era impegnato, assieme ad alcuni operai, nei lavori di pavimentazione al primo piano del suo fabbricato, dove nessuno ancora abitava e per il quale si stavano realizzando le rifiniture. Sembra che l’uomo stesse usando il montacarichi per portare al primo piano la sabbia necessaria per incollare le piastrelle. Forse è stata una potente scossa, causata da un impianto elettrico non a norma o semplicemente da una spina difettosa o non collegata opportunamente alla presa, a colpirlo provocandogli la il fabbricato di Di Ronza in via Triestemorte immediata. Ma sul corpo dell’uomo non sarebbero stati trovati segni di bruciature, e quindi si vagliano altre due ipotesi: o è transitato vicino a qualche cavo scoperto (sembra avesse le scarpe bagnate d’acqua) venendo investito da una scarica elettrica o ha avuto un attacco di cuore. Guardando l’uomo a terra, privo di sensi, è scoppiato il panico tra gli operai presenti che hanno subito allertato i soccorsi. Il primo ad arrivare sul posto è stato il cugino di Di Ronza, vicino di casa, che porta il suo stesso nome e cognome. Questi, dinanzi alla scena, è svenuto. Poi sono arrivati gli agenti della polizia municipale, comandati dal capitano Giovanni Zampella, assieme alla polizia di Aversa e ad un’ambulanza del 118. E’ giunta anche un’auto mortuaria ma i poliziotti hanno disposto prima il trasporto della salma presso l’istituto di medicina legale dell’ospedale di Caserta per l’autopsia, dalla quale si conoscerà la vera causa della morte. Fuori dall’edificio c’erano decine di persone, tra cui molti familiari di Di Ronza, sconvolti per una tragedia improvvisa, non riuscivano a farsi una ragione di quello che era accaduto. Il pensionato lascia la moglie Vincenza Turco e i due figli Maria e Alberto, entrambi trentenni, che gestiscono il “Supermercato Turco” in via Tasso, dove è situata anche la loro abitazione in cui risiedeva anche il padre deceduto. Questa è la seconda tragedia per la famiglia Di Ronza. Dieci anni fa, proprio un nipote di Nicola, Alberto Di Ronza, morì anch’egli sul lavoro, dopo essere precipitato da un palazzo in costruzione in Umbria. Per quel nuovo fabbricato in via Trieste Di Ronza (ex tranviere della Tpn di Napoli) aveva investito i risparmi di una vita e, dal momento che era pensionato, e dunque aveva tempo libero, partecipava lui stesso ai lavori di costruzione. Un progetto su cui il pensionato aveva puntato soprattutto per garantire un futuro tranquillo ai propri figli. Nei locali al pian terreno dell’edificio è previsto il trasferimento della filiale del Banco di Napoli, attualmente sita sotto ai porticati di Piazza Trieste.

l'ambulanza e il carro funebre giunti in via TriesteSconcertata la comunità carinarese dalla tragedia che ieri ha colpito la famiglia di Ronza. Il signor Nicola, da sempre stimato in paese, di recente aveva ricevuto il vivo apprezzamento dei suoi concittadini per aver dato al Comune la disponibilità a concedere uno spazio del suo fabbricato di via Trieste per realizzarvi un monumento al compianto parroco Don Gennaro Morra. “A nome mio personale e dell’intera comunità di Carinaro, esprimo le più sentite condoglianze alla famiglia Di Ronza per la perdita del caro Nicola, una brava persona, per la quale nessuno si aspettava questo tragico destino”, sono state le parole del sindaco Mario Masi, alle quali hanno fatto eco quelle del consigliere di minoranza dell’Udeur, Giuseppe Barbato: “Conoscevo Nicola e, come tutti qui a Carinaro, lo stimavo in quanto persona per bene ed onesto lavoratore. A sua moglie Vincenza, ai figli Maria e Alberto e a tutti i suoi familiari faccio le mie sentite condoglianze”. Che si tratti o meno di un infortunio sul lavoro ad aver provocato la morte del pensionato, è comunque un episodio che non può non rievocare il recente dibattito sulle cosiddette “morti bianche”, ossia quelle sul lavoro. Le statistiche parlano di quattro morti al giorno in Italia. Ma ciò riguarda soltanto gli infortuni sul cantiere o in fabbrica, senza contare gli altri lavoratori vittime di incidenti stradali, perché stanchi e affaticati dalla guida e dalla giornata di lavoro poco prima conclusa, e tutti quelli morti per l’esposizione ad agenti cancerogeni e tossici che quasi mai, o a grande fatica, riescono a dimostrarlo. Ogni giorno, insomma, si compie una strage. Una situazione che ha visto scendere in campo personalmente il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: E’ assurdo che si debba morire sul lavoro. E aggiungo io, per salari bassi, talvolta indecenti. La politica faccia la sua parte”. Anche il presidente della Camera Fausto Bertinotti ha commentato: “Una media di tre, quattro al giorno, è un numero non sopportabile e non da paese civile. Non è solo un problema di leggi sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Di fronte a queste cifre di 3-4 morti al giorno, è lecito pensare che siano anche altre le cose che non funzionano, ad esempio i controlli e gli ispettori”.

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