La storia di mobbing di un finanziere

di Redazione

Una brutta storia di mobbing per un finanziereAVERSA. Un vero e proprio caso di mobbing quello di Vincenzo Marchese, 35 anni, aversano, Maresciallo della Guardia di Finanza. La sua storia è stata portata anche all’attenzione della Camera dei Deputati, grazie ad un’interrogazione sottoscritta dall’onorevole Francesco Giordano, di Rifondazione Comunista.

L’intervento di Giordano è teso proprio a sottoporre al Ministro dell’Economia e delle Finanze questo caso di mobbing, con richiesta di approfondimento della questione. Marchese, all’inizio della carriera, nel 1996, dopo due anni di addestramento e di istruzione trascorsi presso la Scuola Sottufficiali, conseguiva il grado di Maresciallo e veniva assegnato alla Compagnia della Guardia di Finanza di Firenze. Praticamente sin dal momento della sua assegnazione alla Compagnia di Firenze, è stato sottoposto a “demansionamento”, termine con il quale gli esperti in materia di mobbing individuano l’impiego protratto e continuativo in compiti e mansioni che, per legge e regolamenti, dovrebbero essere svolti da personale di grado e di qualifica inferiore. Il 18 febbraio 1999, mentre era in servizio, rimaneva coinvolto in un incidente stradale con un automezzo militare. Segue poi il periodo di degenza. Da questo momento in poi, come, tra l’altro, riportano una serie di sentenze del Tar Toscana a lui favorevoli, il Maresciallo Marchese è soggetto ad una serie di atti, che appaiono vessatori e tra loro concatenati e che sono posti in essere dai suoi superiori. Questi atti segnano la vita professionale del maresciallo che da allora non ha avuto nemmeno quelle promozioni e quegli avanzamenti di carriera che spettano per anzianità di servizio, con notevole dispendio economico. Citiamo, fra tutti gli atti vessatori subiti, un coattivo accertamento psichiatrico, nonostante Vincenzo Marchese avesse riportato Francesco Giordanosolo traumi alla colonna vertebrale. Secondo gli ospedali militari in cui è stato sottoposto a visita, Marchese nel 2004 risultava ancora affetto da una patologia cervicale di media-alta gravità con discopatie multiple. Inoltre, il Maresciallo ha incontrato grossissime difficoltà e ha dovuto instaurare vere e proprie battaglie legali nei confronti dei vertici dell’Ospedale Militare di Caserta per vedersi riconosciuta, parzialmente, la dipendenza da causa di servizio delle patologie contratte a seguito dell’incidente occorso in servizio, dal quale riconoscimento verranno, almeno sinora, pretestuosamente, escluse le neuropatie periferiche e la lussazione mandibolare patite. Grazie a queste battaglie, durate anni e costate inverosimilmente, Marchese è riuscito, quantomeno, ad ottenere il diritto ad essere destinato permanentemente a svolgere mansioni di ufficio, con esclusione dei servizi operativi. In questi anni, dal 1996 sino ad i primi mesi del 2007, si susseguono varie vicende: viene segnalato, più volte, in ordine al reato di “disobbedienza”, sempre archiviato, tanto, in un primo caso, dal Tribunale Militare di La Spezia, quanto, in ordine ad un’ulteriore e distinta vicenda, dal Tribunale Militare di Napoli ; poi anche per “diffamazione aggravata” e “insubordinazione con ingiuria” (due volte), dal Tribunale Militare di Napoli, di seguito archiviati; gli vengono imposte sanzioni disciplinari; nonostante fosse in malattia, i suoi alloggi, in caserma, vengono sgomberati, i suoi effetti personali impacchettati in sua assenza, ed al rientro è costretto ad andare a dormire in albergo; viene costretto ad adire più volte il competente Tar ed a chiedere, finanche, al giudice amministrativo di dettare dei termini perentori al Comando Generale per l’esecuzione di una precedente sentenza, nella quale si riconoscevano, in suo capo, tutti i requisiti previsti dalla legge 104/92 per l’ottenimento del beneficio del trasferimento nel reparto più vicino alla residenza del genitore handicappato; gli viene “impantanata” la richiesta di usufruire dei giorni della Legge 104 del 1992 per assistere il padre, malato di Alzhaimer. Dopo varie richieste di trasferimento, e, soprattutto in concomitanza con la presentazione dell’interrogazione parlamentare, il Maresciallo Marchese è stato trasferito dal Comando I° Gruppo di Napoli, ed oggi opera presso la Caserma di Giugliano, dove finalmente pare abbia trovato un ambiente lavorativo sano, con responsabili e Comandanti preparati, sereni ed equilibrati. La sua storia, comunque, continua, con non pochi problemi, essendo stato trasferito ai vertici del Comando Regionale Campania, anche uno dei superiori che il deputato Giordano ha citato più volte nell’interrogazione quale coautore dell’accanimento immotivato nei confronti del Marchese. Ci auguriamo che il coraggioso Maresciallo, il quale ha, finora, resistito a quella che l’Onorevole ha definito essere una vera e propria attività persecutoria e di “mobbing” protratta per anni in suo danno, presenterà azioni di risarcimento nelle competenti sedi giudiziarie, continuando, così, quella che è ormai divenuta, suo malgrado, una battaglia in difesa della civiltà. Una civiltà di rapporti e un rispetto delle leggi, dei diritti e dei regolamenti basilari e più elementari che sembrerebbero esser stati stravolti e negati proprio da uno di quegli Enti maggiormente preposti alla loro tutela.

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