Capasso: “I sindaci hanno eccessivo potere”

di Redazione

Ernesto CapassoSANT’ARPINO. “Sarebbe opportuno chiedersi quale sia la ragione profonda che ha portato a tutti questi casi in cui amministratori e politici sono finiti nell’occhio della giustizia”. Quella dell’ex vicesindaco di Sant’Arpino, ed attuale componente del gruppo “Uniti per l’Alternativa”, Ernesto Capasso, è una riflessione sulle cause dell’anti-politica che sta da settimane animando il dibattito fra i vari schieramenti sia a livello locale che nazionale.

“Rispetto al 1992 – puntualizza Capasso – si può notare come ad essere maggiormente interessate dalle indagini della magistratura siano soprattutto le amministrazioni a livello periferico e non quelle centrali. Al di là dei casi specifici, per i quali esprimo sia la vicinanza umana alle personalità coinvolte che la piena fiducia nella magistratura, ritengo a mio modesto parere che tutto ciò sia dovuto alla riforma degli enti locali scaturita dalla normativa di inizio anni Novanta, che ha dato in mano ai sindaci e alle giunte un potere pressoché assoluto, tale che questi non hanno alcun organismo che controlli preventivamente la legittimità degli atti posti in essere. Prima ad esempio vi era il Comitato di Controllo che su determinati ed importantissimi ambiti normativi verificava prima la conformità delle deliberazioni comunali alla legislazione generale, e solo dopo si poteva passare alla fase esecutiva. Oggi, invece, i Comuni hanno un potere quasi totalmente autonomo e ci si può opporre, se qualche cittadino si sente parte lesa, solo proponendo esposti o ricorsi alla magistratura, che poi, a causa dell’immensa mole di lavoro di quest’ultima, vengono presi in considerazione diversi anni dopo. Credo che tutto questo in una democrazia avanzata quale è quella italiana non sia più tollerabile, perché si finisce col produrre solo una cattiva amministrazione in quanto senza reale controllo al momento dell’adozione delle scelte queste ultime non sempre saranno caratterizzate da requisiti come quelli della trasparenza, della legittimità e della terzietà. I sindaci sono sempre di più come dei direttori o responsabili di aziende private, ma con la differenza che mentre questi ultimi debbono rispondere alla proprietà, agli azionisti ed al mercato, i primi dovrebbero essere giudicati dai cosiddetti poteri di garanzia che ormai sono del tutto inesistenti. E così si pongono in essere scelte scellerate e prive di qualsiasi logica come dimostrano diverse esperienze locali. Per restare nell’ambito di Sant’Arpino basta pensare ad esempio al caso della Multiservices EcoAtellana srl, società a totale capitale pubblico del Comune, dove in pratica non c’è alcuna differenza fra controllori e controllati, con conseguente grave danno per le esigenze di trasparenza, di correttezza, economicità e così via. Per questo, – conclude Capasso – anche alla luce delle varie inchieste di cui ogni giorno sentiamo parlare alcune delle quali di dimensioni rilevanti tipo quelle calabresi e lucane, ritengo che sia arrivato il momento che il legislatore a tutti i livelli si ponga il problema di riformare un sistema che nel suo complesso sembra non dare più garanzie democratiche per la collettività Solo attraverso risposte del genere si potrà far diminuire nella popolazione quel senso di anti-politica che sta crescendo in maniera esponenziale, proprio perché sembra mancare il rapporto fra la casta dei notabili che detengono il potere ed i cittadini”.

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