Annullata la seconda ordinanza per Brancaccio, ma resta ai domiciliari

di Redazione

Angelo BrancaccioORTA DI ATELLA. Il Tribunale del Riesame, ieri sera, ha annullato la seconda ordinanza per l’ex sindaco di Orta di Atella, Angelo Brancaccio. Ma il consigliere regionale rimane ai domiciliari per la prima misura restrittiva notificatagli, quella per cui era stato sempre il Riesame a concedergli gli arresti domiciliari dopo l’ordinanza in carcere.

Libero, completamente, il carabinieri di Castello di Cisterna, Giuseppe Iannini, finito prima in cella e poi ai domiciliari, e che da ieri sera non ha alcuna misura restrittiva a suo carico. Per questa seconda misura, era stato lo stesso gip di Santa Maria Capua Vetere, Paola Piccirillo, a concedere ad entrambi gli indagati il beneficio dei domiciliari. Per Iannini è stata accolta la linea difensiva dell’avvocato Bruno Cervone e quindi è stata annullata l’ordinanza che lo accusava di “rivelazione di segreto d’ufficio”. Brancaccio, invece, rispondeva di calunnia e corruzione. Continuano, quindi, le novità per lo scandalo di Orta di Atella. La difesa dell’ex sindaco, da ieri sospeso ufficialmente, in via temporanea, dal Consiglio Regionale della Campania, attende di sapere le motivazioni del Riesame in merito alla prima ordinanza, quella che ha concesso il beneficio dei domiciliari a Brancaccio. Proprio per capire quali sono i reati che non gli hanno invece permesso di tornare completamente libero. Sembra, secondo la difesa, che il Riesame per la prima ordinanza, gli contesti la vicenda del telefonino, episodio in cui Brancaccio ha ammesso l’uso improprio del cellulare del Comune quando non era più sindaco, e sicuramente la vicenda di Francesco Antonio Del Prete, dove Brancaccio risponde di minacce e l’imprenditore Antonio D’Ambra (rimasto in cella) di estorsione. La prima decisione del Riesame non gli aveva permesso la materiale uscita dalla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere perché la seconda misura emessa, che lo vedeva accusato di calunnia ai danni di un carabiniere (Iannini, ndr), lo tratteneva ancora in cella. Poi, il gip le costruzioni incriminate, zona San PietroPiccirillo ha dato parere favorevole all’istanza presenta dalla difesa in sede di interrogatorio di garanzia. Brancaccio, dall’8 maggio, quando era finito in cella, aveva poi ottenuto il 28 maggio i domiciliari. Quindi, per quanto riguarda la seconda ordinanza il castello accusatorio è stato quasi del tutto smontato. Per la prima ordinanza, invece, la situazione accusatoria sembra essere più grave. Soprattutto per il costruttore D’Ambra che resta in cella con l’accusa di estorsione in danno di Francesco Antonio Del Prete. Brancaccio, indagato per la stessa vicenda, avrebbe dichiarato che D’Ambra non lo conosce. Si sarebbe adoperato per mettere la pace tra Del Prete e D’Ambra tramite il genero del primo, Giuseppe Origine. La notizia che il Riesame avesse accolto la libertà solo per Brancaccio e non per D’Ambra non era stata commentata positivamente dagli avvocati del costruttore (Martucci e Giaquinto). Ma per Brancaccio non è andata così. Perché per questi fatti il politico è stato scarcerato ma ristretto ai domiciliari. I difensori hanno giovato soprattutto la carta della mancanza di esigenze cautelari per l’ex sindaco, così come per Nicola Iovinella, consulente dell’ufficio tecnico di Orta, accusato di corruzione e di alcuni falsi in relazione alle opere costruite nella lottizzazione San Pietro, area a bassissimo indice di edificabilità, sulla quale sono stati invece realizzati 30mila metri cubi di cemento. Concessi i domiciliari, a Milano dalla sorella, anche al poliziotto Castrese Rennella, di Trentola Ducenta. Ottenne subito al libertà (era prima finito ai domiciliari) dal gip il geometra Salvatore Ragozzino, 59 anni, dell’ufficio tecnico comunale, domiciliato a Casagiove, così come Nicola Arena, 55 anni di Orta, consulente esterno dell’utc e, per un breve periodo, anche consigliere provinciale. Imprenditori, amministratori e professionisti accusati di peculato, falso, scempio ambientale, corruzione e favoreggiamento finiti nell’occhio del ciclone. Un’inchiesta che sta facendo tremare mezza provincia.

dal Corriere di Caserta, giovedì 07.06.07 (di Tina Palomba)

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