Scalera (Verdi): “Ipocrita la solidarietà a Bertolaso”

di Redazione

VerdiRiceviamo e pubblichiamo la lettera di Carlo Scalera, portavoce dei Verdi di Maddaloni (Caserta) attraverso cui manifesta dissenso verso i metodi adottati dal commissario di governo per l’emergenza rifiuti in Campania, Guido Bertolaso.

E’ pura ipocrisia dare solidarietà a Bertolaso. Il commissario di governo non può risolvere l’emergenza rifiuti in Campania aprendo discariche. Nel caso di Ariano Irpino è giusta e comprensiva la protesta dei cittadini. Non si può condannare sempre e sempre le stesse comunità toccate nel passato, con la riapertura di discariche. Bertolaso è un incompetente. Deve tornare a fare il medico. Oggi bisogna uscire da questa profonda crisi e la politica deve assumersi tutte le responsabilità sia di fronte all’intera provincia, a cui dovrà spiegare anche le ragioni di un totale immobilismo di questi anni, dove si è preferito nascondere la testa sotto la sabbia, piuttosto che ricercare le soluzioni. Oggi più che mai questa Provincia e il suo Presidente hanno bisogno di più di un incitamento a proseguire sulla via della collaborazione tra istituzioni e cittadini con senso di responsabilità e di reciproca solidarietà. E oggi più che mai, anche con un nodo alla gola, noi verdi per la pace siamo d’accordo che questo è l’unica condotta per venire fuori da un’emergenza che si trascina da oltre un decennio, ( noi verdi le soluzioni le stiamo denunciando da anni -ed oggi vedi- anche l’UDC provinciale, la Provincia di Benevento, il Comune di Marigliano, riconoscono e suggeriscono il nostro piano rifiuti e le nostre tecnologie), le uniche che possano farci uscire da questa grave crisi, senza dimenticare una seria raccolta differenziata + compostaggio. Non è più immaginabile gradire di avvistare ancora per gli anni a venire il volteggiare dei gabbiani dalla propria finestra, scegliendo lo stato attuale delle cose rispetto alla soluzione di garanzia prospettata per le nostre comunità locali. La spazzatura è il sintomo reale e spesso puzzolente dell’esito convulso di una cultura consumistica destinata a divorarsi ed a distruggersi. La nostra provincia è la capitale dei rifiuti ed il ricettacolo di tutte le sostanze tossiche e di Guido Bertolasotutti gli scarti della produzione della nazione e mentre centinaia di camion hanno portato o portano ogni giorno la spazzatura pulita in Germania abbiamo accolto, in passato, per un pugno di soldi i rifiuti tossici di tutta Europa. Negli ultimi decenni, di governo di centro destra e di centro sinistra, di rifiuti ne sono stati scaricati in quantità vertiginosa, responsabili, non solo la delinquenza organizzata e la classe politica collusa, ma tutti noi che non abbiamo saputo controllare questo corso impetuoso, che ha degradato in maniera irrimediabile l’ambiente ed ha compromesso il futuro dei nostri figli, che dovranno scappare o convivere con sostanze velenose di ogni genere, inclusi gli scarti delle centrali nucleari. La maggior parte di questa sozzura si trova concentrata in poco più di un centinaio di chilometri quadrati di estensione tra il casertano ed il perimetro urbano napoletano. I comuni più colpiti che gridano vendetta, oramai unicamente al cospetto di Dio, perché hanno perso ogni speranza nella giustizia degli uomini sono: Acerra, San Felice a Cancello, Maddaloni,San Nicola la Strada, San Marco Evangelista, Marcianise, Casal di Principe, Castelvolturno, Cancello Arnone, Giuliano, Grazzanise, Marigliano, Nola, Qualiano, Santa Maria la Fossa e Villaricca. Questo sporco business ha fruttato alla malavita, ai politici collusi ed alle ditte interessate in pochi anni circa decine e decine di miliardi di euro, con un incremento annuo del 30%. I rifiuti danno vita a colline artificiali o vengono stipati nella numerose cave abbandonate, che dopo aver sfregiato per decenni il solenne profilo delle montagne, vengono utilizzate per ospitare spazzatura compressa fino all’inverosimile. Alcune di queste cave contengono una quantità di rifiuti paragonabile al carico di 30.000 Tir, per intenderci una fila di autocarri senza soluzione di continuità da Caserta a Milano. E quando le discariche sono colme ed andrebbero chiuse, ci pensano dei provvidenziali incendi appiccati da sconosciuti… a ridurre la massa ed a fare spazio a qualche altro migliaio di carichi. Sono incendi spaventosi, alti decine di metri e che durano ininterrottamente per giorni e notti, vomitando nell’aria una quantità impressionante di sostanze tossiche, tra cui la micidiale diossina, che si vanno poi a depositare al suolo, trasformando antiche terre, tra le più fertili d’Europa, in lande desolate. Gli agricoltori non potendo proseguire il loro lavoro cedono volentieri a prezzi stracciati le loro proprietà alla malavita, la quale può così aprire nuove discariche e l’infernale processo continua così con rinnovata energia. In terra di lavoro scomparsa l’agricoltura sono comparse le malattie genetiche, le affezioni respiratorie, i tumori: una carneficina spaventosa ben più ampia di quella già tragica segnalata dalle Asl locali, che non tengono conto dei pazienti, numerosissimi, che preferiscono rivolgersi agli ospedali del nord, per poi venire a morire nella nostre terre, con funerali oceanici ove non manca la presenza di nessuno,cittadini, istituzioni e malavita. Secondo le ultime stime per difetto delle associazioni ambientaliste, se i rifiuti accumulati negli ultimi anni fossero riuniti a formare una montagna con una base di ben 30.000 metri quadrati, l’Everest con i suoi scarsi 9.000 metri impallidirebbe, perché questa montagna mostruosa supererebbe i 15.000 metri di altitudine, una massa spaventosa ed inimmaginabile sparpagliata nelle nostre campagne e nelle degradate periferie delle nostre sfortunate città. A questo s’aggiunge l’assoluta mancanza di coscienza ecologica della stragrande maggioranza dei cittadini della provincia di Caserta: ancor oggi in poche ore una famiglia media accumula più immondizia di una famiglia tedesca o svedese in una settimana. Tabù è per molti andare a fare la spesa con la propria borsa, acquistare e riportare al negoziante le bottiglie di vetro, rifiutare i sacchetti di plastica, usare piatti di ceramica e bicchieri di vetro anziché le sempre più diffuse stoviglie di immonda plastica. E che dire delle spiagge e delle pinete dove negli anfratti più nascosti fanno bella vista di sé materassi, frigoriferi arrugginiti, brande in disuso e, appesi ai rami dei pini, gli immancabili sacchetti di plastica con vari pannolini e gli avanzi del lauto pranzo fatto al cospetto della natura. Cosa c’entra con i veleni? C’entra. Se la gente non ha ancora capito queste cose elementari e butta via tutto dovunque, certo non davanti a casa propria, come può prendere coscienza di quello che accade nel business dell’immondizia e reagire con la denuncia, con l’impegno politico di base e la solidarietà con gli altri? Infine bisogna dire che per raggiungere l’obiettivo, oltre ad educare la comunità, è necessaria la collaborazione dell’industria che, attraverso incentivi economici o obblighi legislativi, eviti di fabbricare prodotti che non possano essere riciclati. Il nostro compito in futuro non sarà quello di perfezionare i metodi di distruzione, ma di migliorare i metodi di produzione per puntare verso una società più sostenibile.

CARLO SCALERA
Portavoce Verdi – Maddaloni (Ce)
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