Il “calvario” degli operatori del 118

di Redazione

ambulanzaCASTELVOLTURNO (Caserta). Come ogni anno si ripropone alla cronaca la situazione delle unità di 118 che operano sulla zona domitia e che con l’avvento della bella stagione iniziano ad avere problemi logistici e di competenza territoriale.

Nel presidio di Castelvolturno sono presenti circa 13 medici che coprono l’intero arco delle 24 ore quotidiane, alternandosi con turno sia di giorno e sia di notte. Lo stesso presidio ha in se la competenza di tutto il comparto territoriale con copertura anche dell’area di Cancello Arnone. Sulla scorta di queste competenze, quando giunge il periodo con maggiore presenza di persone (in particolare turisti) dalle colonne delle cronache quotidiane si apprendono purtroppo notizie alquanto sgradevoli. In merito, abbiamo contattato alcuni operatori del settore del 118, che dicono: L’Asl Ce2, da quando qui a Castelvolturno nel 2002 è sorto il presidio del 118, non ha mai posto in essere corsi di aggiornamento professionali, tra le altre cose previsti nei contratti lavorativi. Il tutto molto probabilmente a causa di fattori economici che ne impossibilitano la regolare programmazione. Ma indipendentemente dall’aggiornamento pratico non veniamo formati dal nostro responsabile che dovrebbe contribuire alla ambulanzanostra preparazione. Ad esempio, per la rianimazione cardio-polmonare ci sarebbe la necessità di aggiornarsi ogni sei mesi. Poi si aggiunge che Castelvolturno ha una dimensione geografica vastissima ed i tempi d’intervento si allungano notevolmente a danno dei pazienti”. Una soluzione, secondo le direttive date dalla Regione, sarebbe quella di individuare un presidio del 118 rispettivamente a Pinetamare, Baia Domizia e Grazzanise, ma tutto questo resta una visione utopica date le condizioni dell’Ente. Altra importante soluzione per tamponare la mancanza di sufficienti unità d’intervento sul territorio, sarebbe quella di addestrare categorie come ad esempio vigili urbani, carabinieri, polizia nell’intervento di primo soccorso. Gli operatori più volte hanno manifestato il loro disagio per le condizioni logistiche del 118 che non dispone di un’adeguata copertura per parcheggiare le autoambulanze. Copertura da gli stessi operatori hanno richiesto non per comfort personale, ma per il semplice fatto che in estate le temperature al sole toccano i 40° ed all’interno dei veicoli vi sono medicinali che potrebbero subirne le conseguenze. Altro intervento sarebbe quello di aumentare il personale medico. Si sono verificati casi in cui vi erano diversi feriti, ed è un gravissimo problema perché significa lasciare da sola la vittima nel frattempo che l’unità mobile faccia ritorno dal pronto soccorso. Con ulteriori unità questo non succederebbe perché il ferito sarebbe affidato ad un dottore nel frattempo che il veicolo faccia ritorno. “Altra problematica – aggiungono gli operatori – è quella della mancanza delle forze dell’ordine. Spesso veniamo allertati per intervenire su luoghi dove si è verificata una rapina o dove vi è stato un accoltellamento. Purtroppo, data la scarsità di volanti delle forze dell’ordine, arriviamo spesso sul posto prima di loro esponendoci a nostro rischio ad eventuali liti in corso. Più volte è successo che il nostro personale sia stato aggredito in assenza di polizia o carabinieri”. Certamente una realtà cruda, dove si comprende benissimo la difficoltà ad operare su un territorio vasto circa 30 chilometri di costa.

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