Abbraccio di due città per Anna e Guido

di Redazione

IncidenteAVERSA. Aveva bevuto, e anche molto. Forse, non aveva solo bevuto. Raffaele Coscia, una vita spericolata a bordo di auto potenti, una vita disordinata condita da alcol e qualche droga, anche sabato sera si era lasciato andare ai suoi eccessi.

Valle di MaddaloniE l’amico che era uscito con lui, che lo aveva accompagnato in un locale, aveva preferito non rientrare a casa, a , sulla sua Bmw. «Solo se guido io», aveva detto a Raffaele, prima di sentirsi rispondere con un rifiuto, un’alzata di spalle e una sgommata. Perché Raffaele Coscia, 31 anni, assicuratore, non era nuovo agli incidenti stradali nei quali aveva quasi sempre torto, tanto da essersi visto sospendere e ritirare la patente in varie occasioni. Per ciò che può servire, è tutta qui la ragione del tragico incidente di sabato sera, nel quale hanno perso la vita gli incolpevoli Guido Lamberti e Anna Giaquinto. Erano sulla stessa traiettoria della Bmw di Coscia quando il giovane ha saltato la corsia a velocità elevatissima (oltre i 150 chilometri orari) scontrandosi con la Dedra della coppia, che rientrava ad Aversa dopo una serata trascorsa in casa di amici, a Valle di Maddaloni. Per ciò che può servire, quella verità, e cioè molto poco perché da quello scontro non ne è uscito vivo nessuno. Una tragedia che ha sconvolto Valle di Maddaloni, paese di Raffaele Coscia ma dove anche Anna Giaquinto e Guido Lamberti erano molto conosciuti. E Caserta, città di origine della donna, figlia del primo sindaco del dopoguerra, sorella dell’avvocato Vittorio Giaquinto. E Aversa, città di Guido Lamberti, dove la coppia viveva dal giorno del matrimonio, oltre quarant’anni fa. E c’erano centinaia e centinaia di persone ai funerali, ieri pomeriggio nella chiesa di Sant’Antonio, dove Anna e Guido Lamberti si erano sposati. Un rito funebre concelebrato dal parroco, don Claudio Nutrito, e da padre Enzo Romano, parente dei Lamberti e avvocato, prima della scelta del sacerdote. Sue le commoventi parole dell’omelia, il ricordo dei due parenti-amici e l’abbraccio ai figli, Lalla, Serena e Dante, ai fratelli e sorelle di Anna e Guido. Perché, ha detto, loro sono insieme come hanno vissuto, e ancora presenti. E vivi.Il Mattino

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