Nuovo arresto per Brancaccio

di Redazione

Angelo BrancaccioORTA DI ATELLA. Seconda ordinanza di custodia cautelare notificata in carcere per il consigliere regionale Angelo Brancaccio. Dentro anche un carabiniere, Giuseppe Iannini,in servizio a Castello di Cisterna (Na). Le accuse: corrompeva il militare e calunniò l’ex vicecomandante dei Carabinieri di Sant’Arpino (Ce).

Dal Corriere di Caserta (mercoledì 23 maggio 2007)

Angelo BrancaccioNuove accuse e una seconda ordinanza per il ragioniere Angelo Brancaccio, 47 anni, ex sindaco di Orta di Atella, nonché consigliere regionale dei Ds e fino alla settimana scorsa, prima delle dimissioni, consigliere comunale della città e segretario della presidenza del consiglio regionale. E sempre nell’ambito della nuova inchiesta ieri mattina sono scattate le manette anche per un carabiniere in servizio a Castello di Cisterna, Giuseppe Iannini, originario di Napoli, amico personale da diversi anni di Brancaccio. Uno scandalo nello scandalo che si allarga a macchia d’olio dal comune di Orta di Atella ad altri personaggi insospettabili. Sono stati i Carabinieri del comando provinciale ad eseguire l’ordinanza di 650 pagine all’ex sindaco nella sua cella presso il carcere di Santa Maria C.V. su provvedimento della procura sammaritana, firmato dai pm Cimmino, Landolfi e dal gip Piccirillo. Nella misura restrittiva si possono leggere gravi reati per fatti gravissimi che inchiodano Brancaccio, come la calunnia e la corruzione che si aggiungono a quelli della precedente ordinanza di 15 giorni fa, dove il politico ortese veniva già accusato di estorsione, falso, abuso d’ufficio, abuso edilizio, scempio ambientale, corruzione e altro. Il maresciallo finito in manette, ristretto nel carcere militare di Santa Maria C.V., invece è accusato del reato di rivelazione del segreto d’ufficio. Ma andiamo con ordine; e partiamo dal primo reato contestato a Brancaccio in questa nuova ordinanza, la calunnia. In pratica è venuta a galla un’altra brutta storia. Il consigliere regionale avrebbe nel corso dell’interrogatorio dinanzi ai giudici della Procura, per la prima vicenda di 15 giorni fa, fatto delle accuse “infamanti” ad un carabiniere in servizio a Sant’Arpino, il maresciallo Ragozzino, ex vicecomandante della stazione. “Era il maresciallo Ragozzino a darmi informazioni Municipio di Orta di Atellasulle mie indagini, non era il poliziotto Castrese Rennella, 40 anni di Trentola Ducenta”, ha affermato Brancaccio. Rennella è accusato anche di rivelazione di segreto d’ufficio nella prima inchiesta. In realtà tali affermazioni di Brancaccio, per la Procura, sono tutte false e diffamatorie per il militare Ragozzino che, invece, aveva sempre ben informato i suoi superiori di qualche parola di troppo detta dall’ex sindaco ortese. Per la misura restrittiva a carico del maresciallo Iannini, invece, i fatti sarebbero ancora altri. Iannini, che si dichiara innocente ed estraneo ai fatti, avrebbe, per l’accusa, rivelato nell’ambito dell’inchiesta su Brancaccio, dei particolari sul conto del politico. Quindi per lui è scattata l’ipotesi di rilevazione di segreto d’ufficio e per Brancaccio la corruzione perché avrebbe promesso “regali” in cambio di tali “preziose informazioni”. Un valzer di accuse che non lascia un attimo di respiro per la difesa, avvocato Maurizio Abbate, dell’ex consigliere regionale che proprio oggi attende di discutere il riesame per la prima ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’ordinanza firmata dal gip Piccirillo due settimane fa riguardava anche Nicola Iovinella, 36 anni di Orta, consulente esterno dell’ufficio tecnico comunale, Antonio D’Ambra, 48anni, costruttore di Frattaminore ma domiciliato ad Orta. Mentre agli arresti domiciliari finiscono Salvatore Ragozzino, 59 anni geometra dell’ufficio tecnico comunale di Orta, residente a Casagiove al Parco Verde. Ai domiciliari anche Nicola Arena, 55 anni di Orta, consulente esterno dell’Utc ed ex sindaco di Orta, per un breve periodo anche consigliere provinciale. Insomma, imprenditori e amministratori. Tutti professionisti accusati di peculato, falso, abuso d’ufficio, abuso edilizio, scempio ambientale, corruzione e favoreggiamento. Il blitz è partito all’alba di ieri, è stato effettuato dai CarabinieriCarabinieri di Caserta, diretti dal colonnello Carmelo Burgio, maggiore Ottavio Oro e il tenente Costantino Airoldi. L’indagine, partita un anno e mezzo fa, è stata coordinata dal procuratore capo, Mariano Maffei, e condotta dai Rono di Caserta, e si è avvalsa anche dell’apporto della Direzione Distrettuale Antimafia. Si tratta di capitoli importanti perché, partendo da un’inchiesta sul clan dei casalesi proprio sulla frangia Zagaria-Sandokan, ha permesso di scoprire un grosso scandalo di speculazioni edilizie. Gli accertamenti dei reati partono dal 2001, quando appunto Brancaccio era sindaco di Orta e insieme al suo gruppetto di uomini fidati (scelti direttamente da lui) aveva dato il via al grosso scempio nel territorio comunale. In particolare, è stato possibile smascherare oltre 100 pratiche di abuso edilizio. Ma nell’inchiesta ha fatto clamore il coinvolgimento di una persona facente parte delle forze dell’ordine, Castrese Rennella, ristretto al carcere militare di Santa Maria C.V. Si tratta di “un pedina” fidata di Brancaccio che, secondo l’accusa, lo informava di tutte le notizie sulle inchieste giudiziarie in Procura a Santa Maria C.V. sul proprio conto, ottenendo in cambio regali di tutti i tipi. Dalla sistemazione della casa alle feste ed incontri di piacere con bellissime donne.

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