Zanotelli marcia a Napoli con i comitati anti-discariche

di Redazione

Agnese Ginocchio, Zanotelli e il comitato a NapoliNAPOLI. 14,30 nella Piazza Mancini, sotto il monumento di Garibaldi. Si aspettano i pullman da Serre, deve arrivare il treno dal nord. Padre Alex Zanotelli, riconoscibile dal suo foulard intorno al collo e la barba fluente, è già lì, quando ci abbracciamo non so come dimostrargli la mia ammirazione per la sua tenacia e costanza che è una lezione per tutti noi.

immagini della protestaSe siamo a Napoli oggi è anche merito suo. C’è una atmosfera strana, estranea alla politica, anche se arrivano adesioni e c’è qualche rara bandiera rossa. I movimenti che riempiono la piazza sono cittadini e ci sono proprio tutti: da Vicenza arrivano i comitati contro la base, da Tarquinia e Civitavecchia contro la centrale a carbone, dalla piana di Gioia Tauro il comitato dei cittadini della Piana di Gioia Tauro contro le grandi opere, dalla Val di Susa gli oppositori della Tav, dalla piana di Forli, da Pistoia, Firenze. Poi ci sono i napoletani di Serre, Acerra, Noto, del comitato contro la discarica “Lo Uttaro” di Caserta, con in testa la cantautrice e testimonial della Pace, Agnese Ginocchio, territori vessati da una emergenza infinita, su cui lo Stato fa vedere il suo lato peggiore. C’è una rabbia in chi ha vissuto una stagione politica di riforme e di speranza vedere quello che accade a Napoli. C’è una sentenza della magistratura che difende la costituzione stralciata da una decreto-tampone che da più potere al commissario straordinario. Ma come è possibile che un governo compia un atto così empio sul piano giuridico andando contro la Costituzione? Sui rifiuti meridionali, sull’ambiente in generale, i cittadini non ci stanno più a fare la parte dei sudditi. Alla fine saremmo diecimila. Napoli si blocca.

Ma non è il numero che interessa, ma le centinaia di striscioni che parlano idiomi nazionali, dal nord a sud, e la certezza che ogni singolo partecipante ha la rappresentanza di un movimento che non è presente per l’assenza totale di risorse, tranne quelle proprie. Ed allora veramente occorre dirlo, la prima prova di mettere insieme una rete di bloggers, che fino a ieri è vissuta nelle decine e decine di email quotidiane, è pienamente riuscita. Ora c’è veramente un movimento nazionale che ruota intorno alla rete nazionale rifiuti zero. E’ forte, coeso, autorevole perchè esprime una cultura dal basso, attraverso la scienza dei medici per l’ambiente che fanno lo sciopero della fame a Tarquinia, attraverso i moniti alla coscienza su cui insiste Zanotelli. Oggi a Serre il movimento si da una strategia, si costituisce in un Patto di Mutuo Soccorso. La cosa veramente nuova è che questo movimento resta dei cittadini e non vuole confondersi con i partiti, né con la politica che essi rappresentano. Per questo sono più difficili da fagocitare in modo tradizionale con apparentamenti e lusinghe. E’ un movimento che lancia messaggi chiari, sui rifiuti la soluzione c’è e si chiama raccolta differenziata, bisogna imporla, perchè vale a Milano, a Torino, a San Francisco ed anche a Napoli, non servono più scuse. Nè dello Stato, nè della camorra. immagini della protestaLa sinistra ha perso qui la faccia. 14 lunghi anni di commissariamento e milioni di monnezza per strada, non un impianto di compostaggio, non ci sono impianti di selezione. L’obiettivo è di costruire tre mega-inceneritori per bruciare 6 mila tonnellate al giorno contro i 7 mila prodotti. In barba alle leggi, in barba alla Europa, condannando la Campania a vivere di diossina. La gente non ci sta a vedere il proprio territorio deturpato da discariche ed inceneritori. Chi non è stato in grado di trovare soluzioni adeguate deve ammettere il proprio fallimento. Questo movimento non si fermerà. Ora ha un Patto. (di Roberto De Giorgi)

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