Domani si decide il futuro del Governo Prodi

di Antonio Taglialatela

Romano ProdiROMA. Alle 17 di oggi, il premier Romano Prodi si presenterà in Senato per chiedere la fiducia. L’assemblea di Palazzo Madama sarà chiamata al voto nel pomeriggio di domani, che sarà trasmesso in diretta televisiva, con conclusione prevista attorno alle 21.30.

Luigi PallaroPer quanto riguarda invece la Camera, la discussione generale inizierà giovedì mattina, poi venerdì mattina alle 9.30 replica del presidente del Consiglio e alle 12 il voto di fiducia, il cui esito dovrebbe arrivare attorno alle 14. Al Senato la fiducia era attesa per giovedì, ma l’Udc ha posto l’esigenza di anticipare a mercoledì il voto per poter affrontare il giorno successivo l’esame del decreto legge sulla violenza negli stadi. Alla Camera, dove l’Unione ha una maggioranza sufficiente, non ci saranno problemi. Tutto dipende da come si esprimerà domani sera il Senato, dove è in atto un’estenuante conta dei voti. Il quorum è 161 voti, a fronte dei 158 senatori eletti (quindi esclusi i senatori a vita) in forza al centrosinistra. Fermo restando la disponibilità garantita dall’ex segretario Udc e leader dell’Italia di Mezzo, Marco Follini, si cercano i voti dei “dissidenti”. A tal proposito, diranno “si” il senatore italo-argentino Luigi Pallaro, eletto nelle liste degli italiani all’estero, che tra l’altro oggi si vedrà con il leader dell’opposizione Silvio Berlusconi, ma ha sottolineato che non cambierà idea. Sembra che, in cambio del voto, Pallaro abbia chiesto a Prodi il ripristino del Ministero per gli Italiani all’Estero. Altro “si”, ma critico, dell’ex rifondino Franco Turigliatto (espulso dal partito dopo il voto contrario della scorsa settimana sulla politica estera), il quale ha detto che voterà la fiducia al Governo ma non garantirà sui futuri provvedimenti come l’Afghanistan e le pensioni. Stesso discorso che vale per l’altro dissidente Fernando RFrancesco Cossiga dice ossi (ex Comunisti Italiani): ora dico “si” Sergio De Gregorioma dell’Afghanistan non se ne parla. Altri “si” saranno quelli dei senatori a vita Rita Levi Montalcini, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi ed Emilio Colombo, così come dovrebbero essere certi quelli di Giulio Andreotti e Sergio Pininfarina (i due che, assieme a Turigliatto e Rossi hanno mandato sotto il governo a Senato). “No”, invece, diranno Sergio De Gregorio (ex Italia dei Valori, ora praticamente passato all’opposizione) e il vulcanico presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, il quale ha chiesto formalmente chiarimenti all’Udc circa il voto che il partito esprimerà domani. Secondo Cossiga, infatti, il gruppo dell’Udc non voterà a favore della fiducia ma non è escluso che qualche senatore dello scudocrociato possa dire “si” per evitare che si vada ad elezioni anticipate con la legge elettorale in vigore.

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